Caro Maurizio e tutti i soci di AITr presenti,
innanzitutto, Joseph ed io, vi ringraziamo per l’opportunità di aver potuto partecipare all’incontro e seguire con interesse gli argomenti trattati.
Ci è dispiaciuto non aver potuto argomentare meglio il nostro intervento, per questo ci preme potervi fornire una spiegazione più articolata del nostro pensiero….
Abbiamo seguito con curiosità l’intervento di Paolo di ICEA e ci siamo resi conto che era volto più che altro a chiarire ai presenti il ruolo di TourCert, piuttosto che quello di Kate, l’importanza dell’accordo per AITR e dell’ottenimento della certificazione per gli organizzatori di viaggio. A noi, però, è sembrato che l’interesse prevalente era quello del marketing, a pensarci ora… l’unico concetto che ci ritorna alla mente è quello del marchio di certificazione, mentre l’incontro poteva essere un’occasione per affrontare in maniera più concreta le ripercussioni che il sistema di certificazione potrà avere sull’organizzazione dei viaggi, …..ma di questo non si è parlato .
Ci sono stati due interventi particolarmente interessanti e che avremmo voluto veder sviluppati:
-quello di Sergio, quando chiedeva di capire in maniera più chiara e pragmatica che cosa comporterà l’accordo e la certificazione in generale e come si possono risolvere i punti di debolezza della stessa.
Maurizio ha risposto parlando ancora di marchio…. di elemento distintivo, riassumendo il concetto con l’esempio del produttore di formaggi.
-quello di Enrico, quando ha citato la questione del sostegno economico a questo progetto, e la mancanza di attenzione nello sviluppare uno strumento di miglioramento nel rapporto con le comunità ospitanti e di valutazione del turista.
Su questi punti c’è parso che si sia attribuita la giusta importanza.
Forse, non era l’obiettivo di questo incontro, ma suggeriremmo di pensare alla certificazione con un approccio che sia più vicino al viaggio e alle problematiche organizzative che lo riguardano.
Ci sembra un po’ senza senso pensare solo all’apparenza e non al contenuto! Ovvero, va bene parlare di marchio distintivo, ma è altrettanto importante e imprescindibile parlare del contenuto di qualità.
Quando Maurizio ha introdotto l’idea di sviluppare un sistema di raccolta delle valutazioni dei turisti sui viaggi responsabili (metodo del rating utilizzato già da strutture alberghiere e ristoranti), siamo d’accordo che potrebbe essere utile ad accreditare chi lavora bene sui viaggi di tipo responsabile…purché si definiscano i criteri sui quali il turista possa esprimere la sua opinione e grado di soddisfazione dell’esperienza vissuta.
E come abbiamo cercato di esprimere, seppur frettolosamente, qui ci ricollegheremmo al fine della certificazione: il sistema di certificazione per la qualità si dovrebbe tradurre nell’ attitudine dell’azienda ad un continuo miglioramento dell’attività, volta alla soddisfazione del cliente. Nel nostro caso, il cliente è un viaggiatore che richiede esperienze di Turismo Responsabile (con tutto ciò che comporta: centralità della comunità ospitante, sostegno delle economie locali, adeguata mediazione culturale con le comunità locali, rispetto dell’ambiente e delle culture, diffusione del concetto di turismo responsabile tra i turisti ma anche tra le comunità ospitanti che fino ad oggi hanno conosciuto solo un turismo classico, ecc…), per questo a noi sembrerebbe prioritario porre l’attenzione su questo aspetto, cercando di trovare una sua corretta codificazione.
Siamo tutti d’accordo sull’importanza di attribuire un marchio di qualità ai nostri viaggi, ma a noi preme discutere delle soluzioni concrete che permettono di garantire a chi ne usufruisce un vero Turismo Responsabile e promuovere con ciò la sua diffusione. Il marchio dovrebbe fungere a sostegno, non occupare una posizione centrale.
Detto ciò, saremmo interessati a sapere che cosa è stato stabilito il giorno seguente, 09 settembre e se sono stati già stabiliti i passi successivi di questo processo.
Vi ringraziamo per l’attenzione prestataci e restiamo in attesa di ricevere qualche aggiornamento.
Chiara Oliboni e Joseph Ngala