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Quella tartaruga gigante delle Galápagos, estinta ma non troppo

Darwin e le Galapagos

(articolo tratto da ” le Scienze ” )
Insieme ai fringuelli, le tartarughe giganti delle Galápagos hanno avuto il merito di essere state una delle principali fonti di ispirazione per l’elaborazione da parte di Darwin della teoria dell’evoluzione. Durante il suo storico soggiorno alle Galápagos, nel 1835, Charles Darwin notò infatti che il carapace delle tartarughe differiva a seconda delle isole su cui esse vivevamo.Il carapace di Chelonoidis elephantopus, indigena dell’isola di Floreana, aveva per esempio una forma a sella, mentre quello delle tartarughe presenti su altre isole era a forma di cupola.Sfortunatamente, nei decenni successivi la frequentazione sempre più intensa di quelle acque da parte delle navi baleniere portò all’estinzione di alcune specie di queste tartarughe, considerate dagli equipaggi un’ottima provvista di cibo. Fra queste vi era la specie C. elephantopus, scomparsa da Floreana proprio negli anni in cui Darwin diede alle stampe L’origine delle specie. O almeno, così si è creduto finora.

Un esemplare di C. becki. Nella foto di apertura è invece mostrato uno degli ibridi (Cortesia Yale University)

Nel corso di uno studio condotto da ricercatori della Yale University, della University of British Columbia e dell’Università di Firenze e pubblicato su “Current Biology”, si è infatti scoperto che i diretti discendenti, e più precisamente i figlio, di almeno 38 individui di Chelonoidis elephantopus vivono sulle pendici vulcaniche dell’isola di Wolf – sulla quale è presente una ricca popolazione di questi animali, per lo più appartenenti alla specie C. becki – in prossimità della costa settentrionale dell’isola di Isabela, situata a 200 miglia da Floreana.

La scoperta è stata resa possibile dall’analisi genetica di un cospicuo numero di tartarughe che vivono sull’isola

(1669 individui, all’incirca il 20 per cento della popolazione di tartarughe stimata) e dal confronto con quello di C. elephantopus, ottenuto da reperti museali. Le analisi condotte hanno rivelato che alcuni degli esemplari testati dovevano avere uno dei genitori appartenente alla razza pura della specie mancante. Cosa particolarmente interessante, in 30 dei casi rilevati, le tartarughe non avevano più di 15 anni: considerato che la durata della vita di questi animali può superare i cento anni, c’è un’alta probabilità che alcuni esemplari puri di C. elephantopussiano ancora vivi.Secondo i ricercatori lo spostamento delle tartarughe da Floreana a Wolf deve essere avvenuto, forse in più occasioni, a opera di qualche nave baleniera o pirata nel corso del XIX secolo.”Questo non è stato solo un esercizio accademico”, ha osservato Gisella Caccone, autrice senior dell’articolo. “Se riusciamo a trovare questi individui, possiamo restituirle alla loro isola d’origine. Questo è importante in quanto questi animali hanno un ruolo cruciale nel mantenere l’integrità ecologica delle comunità insulari.”

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