Uno studio sottolinea l’urgenza di porre un freno al riscaldamento globale, le cui conseguenze sono già riconoscibili in molti ecosistemi malgrado l’aumento medio della temperatura sia ancora solamente di un grado, e minacciano di estendersi presto anche alle attività umanedi Matteo Serra
Gli effetti del cambiamento climatico sono già visibili. A sostenerlo in un articolo su “Science” è un gruppo di ricerca internazionale che include biologi e naturalisti. Gli scienziati hanno preso in considerazione 94 processi ecologici necessari a garantire la sopravvivenza degli ecosistemi marini, di acqua dolce e terrestri, scoprendo che l’82 per cento di questi processi è già stato intaccato dagli effetti del riscaldamento globale (nonostante l’aumento medio della temperatura sia di un grado centigrado). E le conseguenze di questi cambiamenti sono destinate a incidere in modo sempre più crescente sulla salute e il benessere della società umana.
I 94 processi considerati riguardano sistemi molto diversi tra loro (dai singoli geni a interi ecosistemi), costituendo quindi un campione molto ampio che ha consentito ai ricercatori di trarre conclusioni di carattere generale. «L’aumento delle temperature sta modificando geneticamente e fisicamente molte specie animali e marine», spiega John Pandolfi, uno dei co-autori della ricerca, che lavora all’ ARC Centre of Excellence for Coral Reef Studies (Coral CoE) e all’Università del Queensland, in Australia. «Questi cambiamenti incidono su diversi fattori caratteristici di ciascuna specie, come la tolleranza alle alte temperature e il rapporto tra il numero di maschi e femmine, producendo conseguenze fisiche come la riduzione delle dimensioni del corpo e favorendo le migrazioni».
«L’impatto biologico del cambiamento climatico interesserà presto anche gli esseri umani, – aggiunge Tom Bridge (Coral CoE e Queensland Museum), altro co-autore dello studio – provocando un aumento delle epidemie e una riduzione della produttività agricola e ittica, con dirette conseguenze sulla nostra sicurezza alimentare».
Il leader del gruppo di ricerca James Watson, sempre dell’Università del Queensland, sottolinea invece l’urgenza di correre ai ripari. «Molti non si aspettavano un impatto di tale portata nell’arco di pochi decenni, ma gli effetti del cambiamento climatico sono ormai visibili ovunque, e non risparmiano nessun ecosistema sulla Terra. Non è quindi più ragionevole considerare il cambiamento climatico come una questione che riguardi solo il futuro. I politici devono rendersi conto che se non si pone un freno all’emissione di gas serra, andremo incontro a una probabile catastrofe ambientale».
Per fronteggiare le conseguenze prodotte dal riscaldamento globale, si potrebbe prendere spunto dalle risposte attuate dalla natura. «Sapere quali ecosistemi siano stati già direttamente colpiti dagli effetti dal cambiamento climatico – chiude Pandolfi – potrà consentirci di pianificare una strategia di adattamento, salvaguardando la biodiversità».