Una corsa contro il tempo?
AMBIENTE –Secondo uno studio portato avanti da una collaborazione di scienziati della Nuova Zelanda (Leigh Marine Laboratory, Auckland), della Gran Bretagna (Università di Oxford) e dell’Australia (Environmental Futures Centre di Brisbane), sì. Pubblicato su Science, lo studio mette in luce come la preoccupazione di non riuscire a compiere la catalogazione sia fondata su alcuni errori di valutazione: una sovrastima delle specie esistenti, la credenza che ci siano sempre meno tassonomisti e una sovrastima delle specie in via d’estinzione.
Partiamo dalla valutazione delle specie. Considerando i vari cataloghi, come l’Incomplete Catalogue of Life, esistono circa 1,5 milioni di specie valide (si stima che circa il 20% delle specie presenti nelle classificazioni siano ripetute) catalogate. Sommando a queste le ultime stime sulle specie sconosciute, si può concludere che il numero di specie viventi presenti sulla Terra è circa pari a 5 ± 3 milioni (di cui, come detto sopra, quelle classificate sono circa 1,5 milioni).
Veniamo ora ai tassonomisti. L’impressione è che al giorno d’oggi siano poche le persone che si occupano della classificazione delle specie. In realtà questa idea deriva dal fatto che spesso i tassonomisti diventano conosciuti quando sono vicini alla pensione e che la tassonomia è ormai diluita in molte altre discipline della biologia. Secondo un’indagine svolta per la Convention on Biological Diveristy, infatti, il numero dei tassonomisti nel 2005 era compreso tra trecento e quattrocento mila, due o tre volte superiori al numero di tassonomisti che lavoravano prima del 1960.
Se a questo aggiungiamo le ultime stime che riguardano i tassi di estinzione, e che suggeriscono l’estinzione da 500 a 50 000 specie ogni decennio, lo studio indica che si riusciranno a classificare le specie prima che si estinguano, ma che questo potrebbe cambiare se il tasso di estinzione delle specie dovesse aumentare.
Perché è così importante classificare tutte specie? La perdita di biodiversità, in termini di habitat, di specie e di risorse naturali, ha molti effetti sulla nostra vita con danni ecologici (perdita della funzionalità degli ecosistemi), culturali (perdita di conoscenze e tradizioni) ed economici (perdita di risorse e del loro potenziale economico). Per questo le Nazioni Unite hanno dichiarato il decennio 2011-2020 decennio della biodiversità e, attraverso l’ IUCN (International Union for Conservation of Nature and Natural Resources), cercano di aumentare gli sforzi internazionali per la scoperta e la conservazione della biodiversità.