riceviamo da Marcello Quarantini nostra guida -coordinatore viaggi in Brasilela seguente comunicazione :
come sai sono appena tornato dal parco indigena dello Xingu (patrimonio dellUnesco ) dove ho lavorato x 8 gg con l’aldeia Ipavu degli indios Kamayura e la loro associazione Mavutsinin facendo un diagnostico centrato nel turismo responsabile oltre che ad altri settori e definendo un piano di lavoro che ho proposto agli indios. E andata molto bene oltre lo sperato, mi hanno dato la delega scritta per rappresentarli politicamente ed articolarli per promuovere e presentare progetti ed azioni di sviluppo. La prima per loro stessa volontà sara il Turismo responsabile. Il loro obbiettivo principale e slegarsi dall’assistenzialismo del governo promuovendo azioni di economia solidaria valorizzando la loro cultura ed ambiente permettendogli tra l’altro di risolvere gravi problemi di salute, sicurezza alimentare ed educazione e preservare il loro grande territorio assolutamente incontaminato nel cuore del parco dello Xingu, il territorio Kamayura è molto grande ma non so ancora quanti ettari mentre il parco nel suo insieme è grande come lo stato di Alagoas. Obbiettivamente è incredibile il grado di preservazione della loro cultura e ambiente ma la modernità sta cominciando ad avere pesanti effetti su entrambi, molti giovani non valorizzano piu la cultura e cercano la modernità mentre il parco è circondato da fazendeiros che avvelenano la terra e distruggono tutto ciò che è verde intorno al parco senza contare le dighe tipo Belo Monte che potrebbero rovinare gli equilibri naturali di tutta la regione, ci sono gia tribu nell’estremo nord del parco che minacciando azioni violente (vedere edizione di Scientific america qui sotto appena uscito ove si pone la questione della sopravvivenza futura del parco), l’aldeia Ipavu dei Kamayura (moltissimi bambini) è lontana da Belo Monte ma nonostante ciò le lideranze dell’aldeia si manifestano sempre contro la centrale. Da 8 anni stanno cercando di strutturare il turismo senza successo perché fino ad adesso non hanno permesso a nessun non indio di fare il lavoro e pianificare il turismo che io ho proposto e loro acettato ed il loro alto grado di analfabetismo e difficoltà di rapportarsi col mondo civilizzato ha fatto si che i pochi casi di turisti arrivati nell’aldeia hanno piu che altro lasciato rifiuti e dato poco o niente alla comunità. Trasversalmente è mia forte intenzione quella di far promuovere a questi indios azioni politiche più dirette delle attuali contro la diga di Belo Monte contro la quale si manifestano gia pubblicamente contro come dicevo ed il turismo responsabile potrebbe aiutare molto in questo. In questo senso conto di andare per conto dell’associazione Mavutsinin al Forum sociale di Porto Alegre di Gennaio. Ho fatto molte foto ma le avro solo la prossima settimana, purtroppo si è rotto il caricatore della macchina nuova che avevo comprato e le foto le ho dovute fare con una macchina semplice, spero siano venute decenti. La aldeia dell’associazione Mavutsisin in cui sono stato si chiama IPAVU e conta 237 persone Kamayura (in totale i Kamayura contano 467 persone divise i 3 aldeias dentro il parco e persone che vivono in città fuori dal parco, la Ipavu è la aldeia maggiore e come ti scrissi la piu famosa di tutto il parco perché appare spessissimo nella Globo e giornali come il Scientific .
Ho spiegato agli indios cosa è il tur responsabile e sono rimasti entusiasti, forse la segreteria dell’educazione mi finanzia ad aprile/maggio un corso di 2 settimane da fare agli indios, è un corso dinamico che sto scrivendo che prevede molta pratica e formazione per le guide locali soprattutto, alla fine uno dei prodotti del corso sarà l’elaborazione del codice etico del turismo Kamayurà. Spero mi finanzino il corso perché è importante, caso riusciste a mandarci turisti, avere per loro una base di formazione. In tutti i modi i pochi turisti spontanei che sono arrivati la sono stati ben trattati e ricevuti, chiaramente senza struttura e qualita dei servizi. Nota positiva, nell’aldeia c’è internet con la parabola, funziona solo 3 ore al giorno salvo guasti al generatore ( ma ne hanno uno di riserva) ma la connessione è buona e si puo usare skype. Hanno anche una piccola pista di atterraggio per monomotori caso i turisti preferiscano non fare il viaggio in barca. Nei video che ho mandato c’è n’è uno in cui è ripresa l’aldeia dall’aereo prima che atterri e dove si vede bene la laguna Ipavu attaccata alla aldeia che ha una bella spiaggia ed è obbiettivamente fantastica oltre che incontaminata, ideale per la balneazione e gite in canoa per pesca o osservazione di fauna che non manca dato che loro non cacciano, pescano solo, un giorno sono arrivato a 20 metri da un grande cervo …… oltre che moltissimi uccelli che non hanno paura dell’uomo appunto perché non cacciati. Per i turisti interessati alla pesca sportiva li è il massimo che si puo offrire, c’è tanto di quel pesce che io come pescatore accanito non ho mai visto tanta abbondanza. Intorno alla laguna Ipavu dove c’è aldeia ci sono tante lagune piu piccole diversissime l’una dall’altra con biomi molto diversi e, come sempre, assolutamente incontaminate perché gli indios ci vanno pochissimo…. Sono dei veri paradisi terrestri, sono rimasto a bocca aperta in molti momenti nonostante sia già anni fa stato in amazzonia incontaminata (nel sud di Roraima) , la differenza rispetto alla amazzonia classica è che questa area dello xingu è il passaggio tra vegetazione amazzonica e cerrado con molte aree allagate durante le pioggie e dunque aperte. Molte lagune hanno da un lato il cerrado o aree di allagamento e dall’altro l’amazzoni classica alta chiusa selvaggia come è nell’immagianario comune.
Altra cosa incredibile è la quasi totale mancanza di insetti fastidiosi, non ci sono quasi zanzare, non esiste malaria.. ho dormito dentro la maloca del cacique (la piu grande che si vede nei video che è alta 10 metri e lunga 40 m, larga 14) e non sono mai stato punto da un’insetto, in 8 giorni ho visto solo 2 scarafaggi nonostante i bambini lasciavano cadere cibo ovunque….
Chiaramente la modernita come dicevo sta incidendo sulla loro cultura originale e modo di vita. Quando ci sono le feste tutti sono nudi e adornati con gli addobbi e pinture e disegni tradizionali vedete nei video. Gia nella vita normale fuori dalle feste molti usano abiti, chi solo sotto la cintura chi già piu completi anche se comunque tutti i bambini e pre adolescenti e molti adulti ed anziani anche in giorni di non festa vanno in giro completamente nudi senza niente addosso neanche addobbi di festa.
Altro fatto positivo è che esperti mi hanno garantito che i Kamayura di questa aldeia sono quelli che tra tutte le aldeias e tribu del parco hanno piu consevato tradizioni (es nella maggioranza delle altre aldeias anche nelle feste non si vedono indios completamente nudi come in questa, i paje o xamani dei Kamayura sono tra i piu venerati in tutto il parco, tutti gli adolescenti di questa aldeia Ipavu passano un periodo di totale reclusione ed isolamento che di media dura un anno ma puo arrivare fino a 5 anni). L’animismo è al centro della loro cultura ed in quei giorni che sono stato li ho visto uno dei paje (c’è ne sono 6 nell’aldeia) entrare in trance per curare un caso di un bebe malato, trance non da allucinogeni (nel parco dello Xingu non usano allucinogeni come in altre aree amazzoniche) ma semplicemente fumando un tabacco della foresta.
La comunità ha costruito una bella maloca per turisti praticamente tra la aldeia e la spiaggia della laguna (a 20 metri dalla spiaggia e 40 dalla linea di balneazione) inoltre c’è uno chale aperto dove i turisti possono mangiare e stenderesi nelle mache nelle ore piu calde, mandero foto del tutto. Tra i lavori fatti uno è stato quella di colcolare i valori per strutturare questa casa del turista ed attrezzarla (anche se ci sono già varie cose). Con gli indios siamo riusciti a inventare una specie di letto (ti spieghero meglio) fatto quasi solo di materiale locale in modo da offrire ai turisti la possibilita di dormire non solo in amache ma anche in letti a 1 o 2 piazze.
Ciao,
Marcello Quarantini
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