Riportiamo qui la riflessione che abbiamo svolto come Planet Viaggi Responsabili in un seminario promosso dal prof. Turco della IULM di Milano che ringraziamo per lo spazio che ci ha offerto nel discutere del futuro del turismo e del turismo responsabile in particolare.
Il nostro contributo è raccolto nel libro ” Cooperazione Turistica Internazionale – narrazioni, politiche, territori “.
L’esperienza di Planet Viaggi Responsabili
Le motivazione che ci hanno spinto a creare un Tour Operator di Turismo Responsabile.
Il settore turistico dà lavoro, direttamente o indirettamente, a milioni di persone; il flusso degli spostamenti, degli investimenti e dei benefici economici del turismo è molto squilibrato in favore dei paesi ricchi del Nord. In un contesto simile, il turismo nei paesi del Sud del mondo può offrire benefici: può creare reddito e occupazione nei paesi visitati, può favorire relazioni tra popoli e culture talvolta molto differenti. Al tempo stesso però esso è contraddittorio: in seguito al contatto con i turisti, i paesi e i popoli visitati vedono trasformarsi le proprie culture, le proprie abitudini, le identità più profonde. I turisti rischiano di dormire, mangiare e spostarsi senza entrare in contatto con la realtà locale ricercando solo la conferma alle immagini televisive o dei cataloghi conosciute prima della partenza.
Occorre dunque pensare a modi innovativi e sostenibili per viaggiare, senza compromettere il patrimonio ambientale, culturale e sociale del territorio che si visita e cercando anzi di salvaguardare quelle risorse per le generazioni future.
In quest’ottica si sviluppa il turismo responsabile: un viaggiare che privilegia lo scambio con le popolazioni del paese di destinazione e l’esperienza umana dell’incontro, favorendo una reale crescita economica per le comunità locali, che diventano partner nella ideazione e gestione dei viaggi.
Chi siamo
Planet Viaggi Responsabili organizza e promuove viaggi di turismo responsabile in America, Africa, Asia, Europa ed Italia dal 1999, ispirandosi alla “Carta d’identità per viaggi sostenibili”.
Nel proprio lavoro di tour operator si propone di attuare la definizione di Turismo Responsabile adottata da Aitr, Associazione Italiana Turismo Responsabile, di cui è socio:
“Il turismo responsabile è il turismo attuato secondo i principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture. Il turismo responsabile riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio. ” Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori”.
La nostra particolarità è quella di mettere in atto pratiche concrete di una economia alternativa basandoci solo sulle nostre forze, non abbiamo mai avuto finanziamenti pubblici per quello che facciamo. Pratichiamo una scommessa vera di partecipazione tra Nord e Sud del mondo basandoci sulle relazioni autentiche e quindi sulla responsabilità congiunta.
La qualità dei viaggi che organizziamo, apprezzata negli anni da centinaia di viaggiatori, è frutto dell’impegno nostro e dei nostri partner, ed è ciò che ci permette di dare continuità al nostro lavoro come tour operator di Turismo Responsabile.
Nella scelta di utilizzare il più possibile risorse autoctone e di realizzare un flusso turistico controllato ma continuativo, vediamo la possibilità di realizzare un’economia turistica diversa, che sia occasione di sviluppo per i nostri partner e per tutta l’economia locale.
Nel 2002 nasce l’Associazione Culturale Planet Viaggiatori Responsabili con l’obiettivo di sostenere e promuovere le tematiche connesse al turismo responsabile e l’attività del tour operator, attraverso l’organizzazione di incontri e serate culturali di approfondimento, sensibilizzazione e promozione delle destinazioni.
Dal 2004 è attivo anche un nuovo progetto: Planet Clown, per avvicinarsi al magico mondo della clowneria attraverso l’emozionante esperienza del viaggio di turismo responsabile.
Dal 2008 Planet è tra i soci fondatori di EARTH, rete europea di Turismo Responsabile.
Dal 2009 promuove Rotte Locali, rete di Turismo Responsabile nel territorio veronese.
Dal 2012 la sede dell’associazione è anche il riferimento territoriale in Veneto per AITR.
Chi sono i nostri partners.
Organizzazioni non governative, associazioni senza scopo di lucro e piccole imprese di turismo alternativo nel Sud del mondo: senza di loro, un viaggio di turismo responsabile non sarebbe possibile, non lo si potrebbe nemmeno immaginare.
A nostro avviso non ha senso andare in Messico senza cogliere l’occasione di conoscere le organizzazioni sociali che hanno sostenuto proteste e proposte del movimento zapatista; nello stesso modo la cooperativa Kato-Ki in Guatemala ci aiuta non solo a gustare i colori dei mercatini locali e gli incanti naturali del paese, ma anche e soprattutto a capire lotte, ragioni e speranze delle comunità indigene dopo la guerra civile; così il viaggio in Perù permette di entrare in contatto con il mondo dignitoso e organizzato degli adolescenti lavoratori; quello in Swaziland con la comunità contadina di Shewula che gestisce un progetto di turismo comunitario…
In questo modo i nostri viaggi realizzano forme di cooperazione allo sviluppo.
Le caratteristiche dei nostri viaggi
Tutti i viaggi di turismo responsabile si ispirano a equità economica, tolleranza, rispetto, conoscenza, incontro.
Vogliono essere un modo per rilanciare le economie dei paesi di destinazione, creando rapporti economici equi e paritari con i partner locali, di cui si sostiene anche la crescita professionale.
L’incontro con le popolazioni è un momento centrale dell’esperienza, un’occasione di confronto e di conoscenza tra abitudini e tradizioni differenti, nonostante i limiti di risorse e di tempo e la difficoltà nel mettere in discussione il proprio sistema di valori e le proprie abitudini.
Viaggiare può essere comunque l’opportunità di provare a capire una cultura diversa dalla propria e di entrare in contatto con la realtà sociale di un paese, senza nascondere le difficoltà e talvolta anche i drammi che vivono alcuni popoli, anzi provando a condividere – anche solo parzialmente – le loro speranze di cambiamento. Viaggiare è iniziare una relazione che continua, che non si esaurisce nelle due o tre settimane di ferie all’anno.
Tutto questo senza trascurare il lato più propriamente turistico dell’esperienza: conoscere un nuovo paese significa anche visitare siti archeologici, camminare nella foresta, visitare città e mercati.
I nostri viaggi prevedono sempre la presenza di un accompagnatore che funge soprattutto da mediatore culturale e punto di riferimento per il gruppo.
Altra peculiarità è l’utilizzo, per il pernottamento, di case private, ostelli, pensioni ed alberghi a conduzione familiare, comunque sempre sistemazioni dignitose e accoglienti. Può capitare -soprattutto se il viaggio prevede qualche giorno di permanenza in comunità indigene- di pernottare in condizioni non comodissime, ad esempio non è possibile garantire sempre il bagno in camera o l’acqua calda tutti i giorni.
Questo tipo di viaggi richiede un approccio particolare di apertura a ciò che è nuovo e diverso; occorre forse lasciare da parte alcuni luoghi comuni e ricordare che -come in qualsiasi vero viaggio- possono esserci imprevisti, inconvenienti, difficoltà. Si richiede quindi una capacità di adattamento probabilmente superiore a quella di un viaggio “tradizionale”.
Spesso gli spostamenti interni utilizzano trasporti pubblici locali o pulmini delle organizzazioni referenti. Alcuni servizi sono talvolta gestiti attraverso un fondo personale o una quota che il viaggiatore verserà direttamente in loco ai nostri referenti (vitto, alloggio, guide locali, trasporti).
Si viaggia per lo più in piccoli gruppi (10/12 persone al massimo) per limitare gli impatti sulle comunità ospitanti e favorire l’interazione tra queste e i viaggiatori.
Circa 10 giorni prima della partenza si effettuerà un incontro pre-viaggio. Si tratta di un incontro molto importante perché permette al gruppo di conoscersi prima di partire scambiandosi idee e aspettative e, contestualmente, rappresenta una prima finestra sul paese che si andrà a visitare. Durante l’incontro verranno date le informazioni tecniche necessarie e saranno consegnati i documenti di viaggio.
Nella logica paritaria in cui noi concepiamo e costruiamo i nostri viaggi, riteniamo superfluo e fuorviante includere una “quota progetto”, intesa come piccola somma destinata al finanziamento diretto di un progetto di solidarietà, in quanto questo ripropone ai viaggiatori logiche di sviluppo fondate sulla beneficenza: il viaggio è la nostra “quota progetto”.
Ogni viaggiatore ha poi la possibilità di impegnarsi direttamente nei progetti che stanno realizzando i nostri partner, conosciuti grazie al viaggio.
Alcune riflessioni critiche, ovvero pensare il turismo responsabile e consapevole non più come una nicchia di mercato ma come un modello alterativo di imprenditoria nel Turismo per il futuro dell’Italia.
Quale modello economico di riferimento?
Sentiamo continuamente ribadire che il “ petrolio “ del nostro paese è rappresentato dal turismo eppure vediamo ogni anno scivolare l’ Italia sempre più in basso nelle statistiche dei paesi che intercettato la domanda turistica, il paese che è primo al mondo alla domanda “ quale paese vorresti visitare ” ? “, il paese che ha il 70 % del patrimonio artistico dell’umanità , è ora al quinto posto nella graduatoria dei flussi turistici mondiali incalzato da Turchia e Germania, paesi che stanno investendo molto di più dell’Italia nell’ industria turistica valorizzando conservazione dell’ambiente e compatibilità ambientale.
In Italia assistiamo al fallimento di comparti fondamentali di questo settore economico.
– Trasporti : Alitalia dopo aver addossato tutto l’indebitamento pregresso sulle spalle degli italiani facendo fallire la bad company , la nuova CAI macina 800.000 € di perdite al giorno. Tirrenia, la compagnia marittima di Stato privatizzata nel luglio scorso, è in stallo, con milioni di euro di perdite consolidate. Nel frattempo sono fallite le compagnie aeree Windjet che ha goduto da sempre dei contributi della Regione Sicilia, My Air e AlpiEagle con sede nel nord est e che hanno contato sempre sui buoni rapporti con i politici regionali.
– Operatori Turistici : Cit, l’ex azienda del Turismo di Stato: privatizzata a fine anni ’90 e poi fallita, con 300 dipendenti che non hanno fatto altro che transitare, come fossero pacchi postali, da un fallimento a un altro; mentre alberghi e villaggi sono finiti nelle mani di una fiduciaria. Sono falliti grandi gruppi come Viaggi del Ventaglio, Valtur con costi sociali notevoli ( cassa integrazione, legge Marzano ) senza contare le indagini in corso per possibili infiltrazioni mafiose che si mascherano dietro le ricapitalizzazioni.
– Sono in grave dissesto finanziario i sistemi aeroportuali, i cosiddetti Hub strategici a cominciare da Malpensa per passare ad aeroporti minori come Verona – Brescia con una mancanza di strategia tra risorse impegnate e programmazione territoriale.
– Ma anche settori importanti dell’offerta turistica culturale sono in dissesto finanziario con perdite che di anno in anno si accumulano , vedi ad esempio l’ Ente Lirico Arena di Verona , in costante perdita economica da anni al contrario del festival di Salisburgo che produce utili oltre ad essere strumento dell’incoming sull’ Austria.
Tutto ciò non può che porre una serie di riflessioni che riassumerei in due fondamentali questioni .
– l’inadeguatezza della nostra classe dirigente – imprenditoriale che si occupa del settore strategico del Turismo con enormi risorse impegnate per mantenere in essere attività costantemente in perdita economica, per alimentare con soldi pubblici rendite clientelari di potere locale e per non parlare di investimenti scellerati come il portale Italia.it che è costato milioni di euro a fronte di un valore commerciale stimato almeno 100 volte inferiore.
Tutto questo a scapito di nuova imprenditorialità soprattutto giovanile portatrice di idee innovative a basso costo e a basso impatto ambientale.
– Un nuovo modello economico : concepire il turismo e i conseguenti investimenti in chiave innovativa per combinare sviluppo economico , valorizzazione delle risorse culturali-ambientali e conservazione della risorsa fondamentale che è rappresentata dall’insieme di cultura intesa in senso lato , territorio, patrimonio artistico e naturale.
In altre parole quello che vorrei affermare è che il modello economico dominante, sotto la cui egida opera l’industria turistica al pari di altri comparti industriali, si sta rivelando oltre che fallimentare dal punto di vista economico ( molte risorse impegnate con scarsi risultati ) anche incapace di produrre innovazione in un settore strategico.
Il modello che penso si dovrebbe privilegiare è basato su forme di economie imprenditoriali familiari e comunitarie, con sviluppo di competenze e capacità locali, valorizzando al massimo la ricchezza dei territori e delle idee innovative rappresentante soprattutto dai giovani in grado di produrre auto impresa con costi di start–up molto bassi.
Tale modello può essere insignificante in valore assoluto nell’immediato, ma le esperienze significative e replicabili che sappiamo esistere possono indicare nuove strade verso scenari attualmente non prevedibili.
Al riguardo, sarebbe interessante che l’università avviasse una riflessione sulla presunta “insignificanza” economica degli operatori di turismo responsabile rispetto all’industria turistica dei “grandi numeri”. È verosimile che parametri quali il fatturato di un’azienda non siano i più idonei a misurare cos’è e cosa fanno tali operatori.
Da tale considerazione risulta con chiarezza come il modello rappresentato dal Turismo Responsabile , anche se con numeri oggi poco significativi in termini assoluti, è un modello molto più virtuoso per la collettività, che sarebbe persino più profittevole al netto delle agevolazioni concesse ai cosiddetti grandi operatori del turismo.