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Brasile: l’amazzonia è di nuovo in fiamme!

L' Amazzonia brucia

Ora possiamo convincere l’UE a vietare le importazioni da queste terre illegalmente disboscate e costringere il governo brasiliano ad agire. Unisciti alla lotta per salvare l’Amazzonia e condividi con tutti: https://secure.avaaz.org/campaign/it/amazon_rebellion_loc

Un cerino nelle nostre mani di don Felice Tenero

Quasi ogni giorno la TV brasiliana ci innonda con immagini di terreni bruciati, alberi carbonizzati, fuochi devastanti. E’ l’Amazzonia e la sua foresta devastata dagli incendi. Nel corso del mese di agosto, migliaia di roghi hanno alimentato le polemiche e discussioni: 13.628 incendi hanno coperto l’area amazzonica. E nel Pantanal, la più grande zona umida tropicale del mondo, situata nel cuore del Brasile, il numero di incendi boschivi è triplicato, rispetto all’anno scorso. Una domanda attraversa le nostre menti: quali spinte economiche si trovano alle spalle di questo fenomeno? Chi effetivamente ha interesse ad alimentare una deforestazione che avanza a ritmi vertiginosi?

E subito vengono alla mente le potentissime l’hobby dell’agrobusiness. Esse hanno sostenuto l’elezione del presidente Jair Bolsonaro; quel presidente che ora proclama di voler ‘modernizzare l’Amazzonia’, rendendola area disponibile per pascoli immensi, territorio di sfruttamento predatorio per  imprese minerarie, e spazio sempre più ridotto per i popoli nativi. La politica dell’attuale governo brasiliano è carburante per gli incendi!

Dai nostri stili di consumo il cerino in mano alle multinazionali

Tuttavia una gran parte di ragioni per cui la deforestazione illegale prospera sta nei nostri stili di consumo, di cui l’attuale filiera del cibo si nutre. Che sia per ricavare olio di palma e mangimi, o per allevare bestiame, la domanda di estensione di terra coltivabile è cresciuta… e il fiammifero viene acceso. La domanda di cibo, specialmente di carne, si allarga sempre di più. E le grandi multinazionli vanno a festa…

La statunitense Cargill, considerata la più grande azienda agroalimentare del pianeta, ha avuto nel 2018 un fatturato di 114,7 miliardi di dollari . Opera in 70 paesi con 160mila dipendenti. La compagnia brasiliana JSB, con un fatturato l’anno scorso di 42 miliardi di euro, prepara e consegna prodotti freschi di manzo, suino e pollame a clienti in 150 paesi del mondo.  E’ solo un piccolo esempio dei ‘mostri’ che ci troviamo dinanzi e della loro potenza…

Innalzare un grido profetico

Siamo piccoli, impotenti formiche di fronte al grande elefante…ma ci è data la forza della parola. Parlare, diffondere, denunciare. Nel nostro conversare quotidiano, nei nostri spazi formativi, nelle nostre celebrazioni risuoni con coraggio il grido profetico che denuncia l’ingiustizia e il crimine.  Così ci esorta Papa Francesco nell’esortazione apostoloca ‘Querida Amazonia’:

Alle operazioni economiche, nazionali e internazionali, che danneggiano l’Amazzonia e non rispettano il diritto dei popoli originari al territorio e alla sua demarcazione, all’autodeterminazione e al previo consenso, occorre dare il nome che a loro spetta: ingiustizia e crimine… (n.14).

Un cambiamento nello stile di vita

Carne, oro e argento, legname prezioso, beni che in buona parte ci vengono  dall’Amazzonia. Ora mangiare una bistecca o un chisburguer in meno, rinunciare a una collana o un anello d’oro e non acquistare un tavolo in legno prezioso, sono azioni che possiamo compiere. Essi non sono beni essenziali al nostro ‘ben vivere’, ma sono un cerino che può accendere un fuoco devastatore! Possiamo farne a meno, riducendo le nostre esigenze consumiste?

E’ una scomessa da realizzare; è il nostro piccolo, ma prezioso contributo.

Così ci esorta l’enciclica Laudato sì:

Un cambiamento negli stili di vita potrebbe arrivare ad esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale. È ciò che accade quando i movimenti dei consumatori riescono a far sì che si smetta di acquistare certi prodotti … È un fatto che, quando le abitudini sociali intaccano i profitti delle imprese, queste si vedono spinte a produrre in un altro modo… Acquistare è sempre un atto morale, oltre che economico. Per questo oggi il tema del degrado ambientale chiama in causa i comportamenti di ognuno di noi” (n.206)..

Felice Tenero

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