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Perù – appoggio al progetto di microcredito dell’associazione Yachay Wasi di Lima .

progetto di microcredito nella periferia Sud di Lima

Premessa sulla situazione generale del Perù e delle ricadute economiche della pandemia nel paese ed in particolare nella periferia Sud di Lima.

         I numeri dei morti e contagiati del COVID – 19, dopo un periodo di flessione, stanno iniziando ad aumentare di nuovo, soprattutto in alcune regioni del Perú ed in alcuni distretti di Lima. 

         In mezzo a questa crisi sanitaria che ha portato ad una gravissima crisi economica e sociale, per la perdita di moltissimi posti di lavoro, formali ed informali (in questo periodo di pandemia, si parla che la percentuale della popolazione economicamente attiva che lavora nell’economia informale è salita dal 71% all’85%), si é aggiunta anche la gravissima crisi politica che, ha visto dal 9 novembre, per circa 10 giorni, il cambio di 3 presidenti della repubblica, conseguenza di conflitti tra gruppi di potere economico-finanziario.

         Questa oligarchia, costituita da sole 12 famiglie, che controlla quasi tutta l’economia del paese, in alleanza con le multinazionali ed il mondo finanziario globalizzato, mostra la piú profonda e sprezzante indifferenza, innescando la guerra per il potere, senza mettere al primo posto i problemi reali della stragrande maggioranza della popolazione che sta soffrendo tutte le conseguenze catastrofiche di questa situazione assurda. Ancora una volta si vede come mettono in primo piano la speculazione per il guadagno ad ogni costo, sfruttando come opportunitá anche la crisi sanitaria e socio-economica che ne é derivata. 

         Prova di questo é che per la crisi di novembre, non si sono firmati gli accordi con le case farmaceutiche per far arrivare i vaccini contro il COVID-19 ed iniziare la campagna di vaccinazione. Arriveranno solo 50 mila vaccini, per coprire 25.000 persone, che saranno tutte del settore sanitario. Data la grande richiesta, si parla adesso che i vaccini per tutta la popolazione arriveranno nel secondo semestre del prossimo anno, mentre altri paesi dell’America Latina stanno giá per ricevere in grande quantitá.  

         In tutto ció, i gruppi politici che hanno causato la crisi dal Congresso della Repubblica rimangono impuniti e con la maggioranza per continuare a decidere e “ricattare” politicamente il nuovo presidente. Impunitá che si estende anche alla polizia, sia nell’alto mando che nei poliziotti specifici che hanno sparato ed incarcerato per 72 ore 46 manifestanti, quasi tutti giovani universitari, durante le proteste del mese scorso.

         A questo si è aggiunta la morte di 2 agricoltori, uccisi a conseguenza dello sciopero degli agricoltori delle imprese legate all’agro esportazione (in mano anche questa all’oligarchia economica del paese) per le condizioni inumane in cui sono obbligati a lavorare. Da notare che l’Agricoltura legata all’agro esportazione costituisce il 10% dell’economia agraria del Perú e che peró si beneficia del 80% dei contributi dello Stato, oltre alle enormi (ed ingiustificate) esonerazioni fiscali. L’aumento dell’800% dei guadagni negli ultimi 14 anni non ha portato nessun miglioramento sostanziale dei lavoratori che sono trattati quasi come servi della gleba (il latifondismo, senza regole é durato in Perú dal periodo coloniale fino al 1975, ma ancora il ricordo é fresco e …. vivente). Vengono scelti nelle piazze dei paesi limitrofi ai latifondi alle 3:00 di mattina, vengono inviati a lavorare per piú di 12 ore ed a fine mattina, possono anche essere inviati a casa dal “Capataz”, il caporale, con la scusa che non hanno lavorato bene, senza pagare nulla. Oltre al gravissimo impatto sulla salute, per usare insetticidi ed altre sostanze chimiche, altamente dannose al corpo umano: altissima percentuale di tumori, bambini nati con deformazione da donne in cinta che hanno lavorato nelle piantagioni, ecc., sono denunciate, peró in un contesto di impunitá).

         Cosí dopo la crisi istituzionale dei 3 cambi di presidente della Repubblica, le situazioni di profonda ingiustizia, uniti alla mancanza di risoluzione delle cause della crisi, in un contesto ancora di impunitá, fanno respirare una tensa calma. Il Governo cerca di calmare per arrivare ad un difficile accordo, ma purtroppo lo Stato, legato alla costituzione neo-liberista del ’93, è ridotto ad essere solo la segretería delle grandi imprese nazionali e straniere, per poter incrementare i loro profitti. 

         Questo conferma ancora una volta come il sistema economico, fatto in modo che i ricchi diventino sempre piú ricchi ed i poveri sempre piú poveri, ormai evidenzia tutto il suo fallimento sociale, ambientale, economico e politico, se il fine é aspirare ad un paese includente per tutti. E qui inizia il gran dibattito, per riflettere se è arrivato il momento di pensare ad un nuovo patto sociale, attraverso anche una nuova costituzione, piú adatta al cambio dei tempi.

         In tutto questo, come giá sapete, nelle baraccopoli o Insediamenti Umani di Corona Santa Rosa, Pradera del Sur, 9 de Julio e Paraíso, dove continuiamo a realizzare le attivitá educative e sanitarie e di accompagnamento a tante famiglie, adattandoci al nuovo contesto della pandemia, quando abbiamo constatato che a questa si sommava una delle piú gravi crisi economiche viste da quando sono qui, il cui effetto principale è stata la perdita del lavoro che ha portato molti genitori quasi nella disperazione (Molti di loro dicevano “sembra che il “mondo ci stia cadendo addosso”).

         In questo contesto, avevamo pensato che la migliore strategia fosse quella di intervenire immediatamente sui casi piú critici, con ceste di viveri per rispondere alla mancanza immediata di alimenti ed allo stesso tempo peró di pensare ad una possibile via di uscita degna, dal tunnel dell’emergenza, iniziando un programma di microcredito.

Quindi con il gruppo, con cui costituiamo l’Associazione Yachay Wasi, abbiamo promosso, per valorizzare le qualitá di ogni persona ridotta in crisi, la possibilitá di poter avere il capitale necessario per reinventarsi il lavoro, permettendogli il capitale, che molte volte costituisce l’unico ostacolo per poter ricreare in una nuova attivitá economica, dovuto ad un sistema bancario che impone interessi da strozzinaggio puro, pensato solo per articolarsi con la grande finanza.

         Certo, quest’opportunitá di ricrearsi il lavoro è favorita, purtroppo, da un contesto socio-economico, dove i governi di turno favoriscono  l’informalitá ormai dagli anni ’90, per non assumere le responsabilitá di garantire i diritti di cittadinanza a tutta la popolazione, soprattutto alla popolazione delle baraccopoli ed al settore rurale lontano dai centri urbani, esclusi e scartati da questo sistema economico “che ormai non lo sopporta piú nessuno”, come dice il Papa Francesco. Sistema che conferma ancora una volta, che l’obiettivo non è il bene comune per tutti, ma il guadagno ad ogni costo della élite economica, con la falsa promessa che questa poi, creando ricchezza, permetterá in un futuro (senza date precise) di benessere per tutti. Sembra che riprenda quella falsa ideologia cristiana che fin dal tempo coloniale afferma che: piú soffri qui, su questa terra, piú meriterai il paradiso, dopo la morte”. Praticamente “l’oppio dei popoli” trasferita dall’ambito religioso a quello socioeconomico. 

         Comunque, nonostante le varie contraddizioni, in questa opportunitá siamo contenti di poter condividere i primi risultati ottenuti dopo circa 2 mesi da quando abbiamo iniziato questo programma di microcredito (di cui, per fortuna avevamo la sufficiente esperienza per iniziare, dato che l’avevamo promosso per piú di 10 anni, all’inizio del 2000, anche lí in un periodo di forti emergenze sociali ed economiche).  

         Grazie ai contributi arrivati, finora abbiamo costituito 9 gruppi di beneficiari, costituito da 10 membri ognuno per un totale di 90 persone, di altrettante famiglie.

Di questi: 64 donne e 26 uomini. Cosí divisi:

4 persone esercitano adesso: Compra vendita di vestiti per neonati, bambini ed adulti.

8 persone esercitano adesso  Preparazione e vendita di menú popolari nei pressi dei luoghi di maggior transito di lavoratori.

5 persone esercitano adesso  Preparazione e vendita a domicilio di dolci e torte per feste od eventi familiari.

2 persone esercitano adesso  Apertura di una “Cebichería”, ristorante popolare nel mercato della zona.

4 persone esercitano adesso  Vendita di Frutta al mercato.

8 persone esercitano adesso  Vendita di verdura e patate al mercato.

8 persone esercitano adesso  Ampliamento della propria bottega, nel quartiere

5 persone esercitano adesso  Vendita di prodotti naturali.

10 persone esercitano adesso  Vendita di latticini e salumi dai piccoli produttori della propria zona di origine, nelle Ande.

8 persone esercitano adesso  Vendita di uova e pollo.

6 persone esercitano adesso  Miglioramento della mototaxi per continuare ad offrire il proprio servizio di trasporto pubblico.

2 persone esercitano adesso  Miglioramento del proprio furgoncino per offrire trasporto di carichi pesanti .

2 persone esercitano adesso  Miglioramento della propria auto per trasporto pubblico (colectivo) per i punti strategici della cittá.

4 persone esercitano adesso  Compra-vendita di scarpe per bambini ed adulti.

10 persone esercitano adesso  Acquisto della lana, tela e stoffa per poter produrre vestiti per bambini ed adulti.

3 persone esercitano adesso  Acquisto di giochi, vestiti ed accessori per poter continuare gli spettacoli per compleanno e/o feste di bambini.

1 persona esercitano adesso  Acquistare materiali per implementare uno studio fotografico.

Inoltre abbiamo dovuto aiutare con capitale a fondo perduto 9 persone che erano in una situazione di estrema, estrema povertá, perché colpiti da familiari morti per il COVID – 19, con un quadro di alta denutrizione dei figli, che porta ad ammalarsi molto piú spesso, rispetto a bambini meno denutriti.

          In questo caso abbiamo dovuto usare questa strategia, perché i grandi esperti in materia ci avevano avvisato che molte volte le persone in queste situazioni, si “scapitalizzano” facilmente perché sono piú esposti a dover coprire soprattutto le emergenze sanitarie. Questo porta a non includere le persone con queste caratteristiche, altrimenti la mancanza di pagamento, per queste crisi improvvise, demoralizzerebbe il resto del gruppo.

Davvero ci sentiamo molto contenti dei risultati in questi pochi mesi, sentiamo che è una delle poche risposte che si poteva dare per presentare nuove opportunitá affinché ognuno possa rispondere a partire dalle proprie abilitá e qualitá umane. 

         Una volta in piú constatiamo che solo la catena di solidarietá che si muove dal basso, puó dare possibili risposte concrete. Inoltre la realtá mostra ancora una volta che è la solidarietá effettiva è quella che parte da persone come voi, che conoscono le difficoltá del vivere rispondendo quotidianamente alle sfide di questo sistema, che sanno condividere, a partire da quello che si puó e da una realtá difficile, come quella che si sta vivendo anche in Italia. Non da chi vive dall’alto dei propri privilegi, che “non vede e non sente” il dolore della realtá concreta.   

         Siamo coscienti, allo stesso tempo, che questo é un piccolo contributo che si puó offrire a questa popolazione che è abituata solo a rispondere ai gravi colpi della vita, condizionata da decisioni politiche che sono sempre al di sopra di loro, gli riserva. Constatiamo anche come ancora una volta, l’economia informale è l’unica risposta immediata che la popolazione si è inventata, per far fronte alla mancanza di politiche di lavoro degno, alla mancanza nel Paese di regole di convivenza che abbiano l’obiettivo del Bene Comune.

         Inoltre questo conferma, ancora una volta l’illusione e l’inganno che la tanto propagandata crescita economica del Perú non corrisponde a sviluppo. Si sono denudate le precarietá del settore sanitario, educativo e lavorativo, che non è migliorato, anzi é peggiorato, rispetto alla crescita economica. Purtroppo questa realtá é simile a tanti altri paesi. Il Perú, per anni è stata considerato, con una propaganda manipolata, come una delle economie “tigre” dell’America Latina, senza risultati di miglioramento nei servizi sociali.

         Il paradosso è che in questi anni è aumentata di molto la ricchezza, senza ridurre sostanzialmente la povertá e senza creare quei cuscinetti sociali che attenuasse la caduta in caso di crisi. Purtroppo i beneficiati sono stati solo i grandi gruppi economici, che nel Perú si restringono soprattutto a 12 grandi famiglie, quelle che il sociologo Francisco Durand li chiama “i dodici apostoli dell’economia peruviana”. Infatti la crescita economica di questi decenni, si è accumulata soprattutto al 10% della popolazione, dove le 12 famiglie piú ricche del Perú hanno aumentato il loro ricchezza di quasi 100 volte in piú rispetto all’inizio di questo periodo. Ricordando alla crescita economica non è corrisposto un miglioramento delle condizioni educative e sanitarie del paese, come la realtá sa svelando, servizi indispensabili per la vita della popolazione.

         Per confermare la fallacia di questa crescita, ricordiamo anche come il Perú, giá prima della pandemia, era il secondo paese dell’America Latina con il piú alto numero di tubercolosi e di denutrizione infantile. Quindi perché tutti dovremmo gioire quando leggiamo i dati della crescita economica? 

          Quello che comprendiamo, con sempre maggior chiarezza, è che solo con la solidarietá dal basso, e valorizzando sempre di piú il protagonismo della popolazione, é che si possono aprire nuovi cammini per una reale ricerca del bene comune per tutti, nella prospettiva del “Buen Vivir” com’é la proposta del mondo indigeno, di creare relazioni il cui fine é migliorare l’armonía tra tutte le persone, con la natura e con Dio.

         In questo contesto impariamo come ancora una volta la realtá ci chiede di essere discepoli e non maestri. Discepoli di del Dio della Vita che si comunica attraverso gli avvenimenti della Storia come trasformarla in Storia di Salvezza. Sentirci maestri, in questo contesto cosí complesso, ci farebbe cadere immediatamente in in falsi maestri, a servizio del dio denaro.

Ti ringrazio tantissimo, contenti di far parte di questa unica famiglia creata a partire dalla solidarietá promossa attraverso il turismo, che dal poco contempla come nella logica del Presepe e in quella della moltiplicazione dei pochi pani e pochi pesci ancora oggi avvengono i grandi miracoli della solidarietá.

Grazie di cuore e ti e vi mandiamo un forte abbraccio solidale e fraterno da parte di tutti noi.

Giovanni e Nancy Vaccaro da Lima per l’associazione Yachay Wasi

La collaborazione con Gianni e Nancy, nata più di 20 anni fa , è diventata una parte costitutiva del nostro essere operatori di Turismo Responsabile in Perù, Area Andina e non solo. Infatti con loro e con l’associazione Yachay Wasi che hanno creato, condividiamo una lettura comune della situazione politica economica e sociale dell’ America Latina e del Perù .

I viaggi di Turismo Responsabile che abbiamo realizzato in tutti questi anni hanno avuto come obiettivo quello di far conoscere ai viaggiatori questa realtà complessa, ricca di stimoli e di speranze di riscatto e cambiamento, di stabilire dei legami forti di solidarietà e di appoggiare concretamente i progetti sociali che l’associazione Yachay Wasi si proponeva di realizzare. I proventi che derivavano dall’organizzare e condurre i viaggi in Perù e area andina sono stati utilizzati per realizzare tali progetti.

La pandemia ha interrotto drammaticamente queste risorse economiche, per questo Planet Viaggi Responsabili ha deciso di sostenere economicamente il progetto di microcredito cercando in questo modo di sopperire ai mancati introiti derivanti dal Turismo Responsabile. La possibilità di aiutare concretamente l’associazione è naturalmente aperta a tutti i viaggiatori che hanno conosciuto direttamente Nancy, Giovanni e l’associazione ma non solo a loro.

Per chi volesse contribuire liberamente può inviarci una mail al seguente indirizzo : viaggiresponsabili@planetviaggi.it, vi metteremo in contatto con Nancy e Giovanni e vi invieremo tutte le informazioni sui progetti che si stanno realizzando.

Qui sotto alcune foto tratte dai progetti di microcredito.

Bottega
Vendita di menu popolari
miglioramento di mototaxi
Vendita di frutta, verdura e patate al mercato
Produzione di vestiti
Miglioramento del furgone da carico
Vendita di vestiti
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Un pensiero su “Perù – appoggio al progetto di microcredito dell’associazione Yachay Wasi di Lima .

  1. Roberto

    Un plauso a tutte le persone che si attivano per aiutare questi uomini e donne peruviani. Un grande abbraccio con la speranza di poter venire di persona a conoscervi.

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